Disegno Automatico 1999-2000
Camillo Trevisan


Le risulta che sistemi operativi come
Windows siano progettati per gestire una quantità finita di memoria RAM?
Esiste cioè un limite massimo di memoria volatile, oltre il quale il sistema
operativo non è più in grado di sfruttare la disponibilità di altra RAM?
Se fosse così, per ottimizzare le prestazioni del computer potrebbe non
essere sempre necessario espandere la RAM, quanto piuttosto cambiare sistema
operativo.

La RAM che può gestire un sistema operativo come Windows NT è grande ma non illimitata: d'altra parte credo che qualche Gb di memoria (circa 4 per Windows NT) sia più che sufficiente per la maggior parte delle applicazioni, anche le più impegnative. La scelta di un sistema operativo va fatta sulla base di molti criteri quali la velocità, la stabilità, la compatibilità, la sicurezza. E' possibile che i limiti attuali all'espansione della RAM si facciano sentire tra qualche anno: è verosimile che nel frattempo vengano ulteriormente allargati nelle nuove versioni dei sistemi operativi.  

E. G.


Approfittando della possibilità di dialogare telematicamente volevo rivolgerle una
domanda che mi assilla da quando ho cambiato sistema operativo.
Dopo aver sopportato per alcuni anni i capricci di Windows95 ho deciso di
avventurarmi in WindowsNT ma non sono riuscita a trovare delle regole del
gioco soddisfacenti. I manuali che ho consultato sono troppo superficiali
per rispondere a tutte le mie domande e volevo un consiglio da lei. Ciò che
vorrei trovare sono risposte semplici sul come è strutturato WinNT, sul
perché non sembra esserci bisogno della deframmentazione, sul perché non
trovo lo scandisk, sull'utilità di tutti i "servizi" che offre e magari sul
come poterne sfruttare fino all'osso tutte le risorse.
Arrivando al dunque ... le ho scritto per avere, se possibile, un
indicazione su dei testi che lei reputa "completi" oppure l'indicazione di
un percorso da seguire nella mia ricerca di chiarezza.

Un buon manuale potrebbe essere Il Manuale di Windows NT 4.0 Workstation di P. Norton e J. P. Mueller, pubblicato dalla Jackson Libri. Per una documentazione completa si può far riferimento ai manuali forniti dalla Microsoft ai 'professionisti' di Windows NT: la loro mole è scoraggiante per un utente 'normale', per quanto curioso.
Il mio consiglio è comunque di dedicare al sistema operativo il tempo strettamente necessario: poco, nel caso di un buon sistema operativo. Dedichi più energie e passione ai programmi che userà con quel sistema operativo. Più interessante e più utile è capire come usare al meglio tutte le risorse di un programma di modellazione o di rendering: non avrebbe senso dedicare molto tempo per migliorare le prestazioni del sistema e poi sprecarne in abbondanza nella costruzione ed elaborazione di modelli inadeguati. 

E. G.


Ho scaricato da internet su floppy le sue lezioni, ma quando sono andato ad aprirle con il mio computer, mi sono accorto che le sezioni di grafica all'interno dei file non si vedevano, come mai? e come posso, se posso, scaricare anche quelle?

Dovrei sapere come ha scaricato le lezioni: se ha usato l'opzione 'File-Salva con nome' di Internet Explorer (indicando il disco A: come destinazione), il programma, oltre ad aver memorizzato il file HTM, dovrebbe aver creato una cartella, nel suo floppy, contenente tutte le immagini. Per rivedere il file HTM e le immagini è sufficiente eseguire un doppio click sul nome del file HTM presente nel floppy.
La mancata memorizzazione delle immagini potrebbe però essere dovuta a qualche 'blocco' imposto dal sistemista (la copia è stata fatta in aula Nardocci?).
Comunque è sempre possibile salvare un'immagine portando sopra di essa il cursore del mouse, eseguendo un click con il tasto destro, attivando l'opzione 'Salva immagine con nome' ed indicando il disco A: come destinazione.

CT

Avendo presenziato alla lezione d'apertura del corso ed avendo preso atto
di ciò che ha detto in aula, avendo poi consultato la pagina web che lei
stesso ci ha indicato come riferimento, le chiedo se fosse possibile avere
nel sito delle icone per il rapido download degli "indici" delle lezioni
(magari zippati), che di volta in volta possano essere messi a disposizione
di noi studenti.
Vista la completezza del primo indice della lezione dedicata all'hardware
penso mi interesserebbe raccoglierli tutti per poterli avere a disposizione
come dispensa del corso o comunque come materiale utile al ripasso degli
argomenti trattati. Credo inoltre possa essere un modo di avvicinarsi a
coloro i quali non masticano già la materia e che non hanno una gran
dimestichezza con tutto ciò che riguarda internet.

Ho già seguito, in parte, il consiglio.
E' comunque possibile memorizzare in forma stabile, sul proprio computer, la pagina Internet che si sta consultando per mezzo del comando (Internet Explorer) File Salva con nome...
E' prima opportuno creare una nuova cartella che, a sua volta, conterrà tante cartelle quanti sono gli argomenti (le pagine copiate). 
In tal modo viene risparmiato il tempo di download del file ZIP e della relativa decompressione.
In ogni caso saranno sempre valutati i suggerimenti relativi al miglioramento del sito, sia per quanto concerne la facilità d'uso, sia sui contenuti o sull'organizzazione delle pagine.

CT


- la somma di due trasformazioni proiettive, che analiticamente corrisponde
al prodotto delle matrici associate ad esse, operativamente si ottiene
applicandole in sequenza, una dopo l'altra nell'ordine prescelto, oppure è
necessario immettere direttamente la matrice prodotto?

Le due modalità sono del tutto equivalenti nel risultato finale: la prima è tuttavia più laboriosa, poiché prevede la duplicazione (o moltiplicazione) della fase prodotto vettore (punto) matrice (trasformazione).

- in che linguaggio è stato compilato "Cartesio"? Mi ha sempre interessato
il mondo della programmazione e mi piacerebbe cimentarmi nella compilazione
di un programma (semplice viste le mie capacità) che riguardi la modellazione 
tridimensionale.

Cartesio è scritto in linguaggio Borland Pascal 7.0 (la prima versione è del 1993). Consiste in circa 25.000 linee di programma (AutoCAD supera abbondantemente il milione di linee!), metà delle quali sono dedicate al controllo dell'interfaccia, e in circa 300 cartelle di testo per l'help.
Credo che, oggi, sia più semplice e produttivo affrontare un simile problema sfruttando i 'motori grafici' già presenti sul mercato, limitandosi a costruire il 'corpo' del programma ed orientando l'uso su Internet. Ad esempio, attualmente esistono molti programmi shareware in grado di gestire e rappresentare modelli VRML, anche se non sempre in modo soddisfacente per l'architetto. Questi programmi possono essere 'inglobati' in altri programmi, ad esempio scritti in linguaggio Java, in grado di aggiungere specifiche funzioni e modalità d'uso.

Siti interessanti:
The VRML repository
http://www.cryo-networks.fr/products/browser/b_browser.htm

CT


sono uno studente del suo corso di disegno automatico che dopo la sua
lezione teorica si è precipitato in aula Nardocci,
convinto dell'importanza dell'esercizio pratico che qui possiamo svolgere.
Vedo però che gli studenti  qui presenti, me compreso, sono tutti un po'
smarriti perché anche i meno inesperti si trovano indecisi sul da farsi.
L'assistente che è qui con noi è molto disponibile nell'aiutare il maggior
numero di noi, ma tutti gli studenti stanno provando una serie infinita e
totalmente casuale di comandi senza un criterio preciso.
NON SONO L'UNICO AD ESSERE CONVINTO CHE PER SFRUTTARE AL MEGLIO QUESTA
OCCASIONE DIDATTICA SAREBBE IL CASO DI PREPARARE E DISTRIBUIRE,
DIRETTAMENTE IN AULA, DEGLI ESERCIZI CHE RIGUARDINO GLI ARGOMENTI DELLE
LEZIONI IN MODO DA PERMETTERE UN APPRENDIMENTO GRADUALE ED OMOGENEO DA
PARTE DI TUTTI GLI STUDENTI CHE POTRANNO COSI CONFRONTARSI E AIUTARSI SUGLI
STESSI ESERCIZI, PROGREDIRE DI PARI PASSO E INTERROGARE L'ASSISTENTE SUGLI
STESSI PUNTI.


Segnalo che l'help di Cartesio contiene un'apposita sezione, Esercitazione e approfondimenti, che ha proprio lo scopo di analizzare e spiegare tutte o quasi le funzioni del programma.
D'altra parte non sono contrario ad un primo approccio, purché limitato nel tempo, libero da necessità operative: la prima ora d'uso, a mio avviso, dovrebbe servire per 'prendere le misure' al programma, per capire autonomamente le sue reazioni alle nostre azioni e, soprattutto, per far nascere domande. In altre parole, la curiosità è (dovrebbe essere) senz'altro più forte e produttiva della 'costrizione'; l'intima 'necessità' di rispondere ad una domanda che noi stessi ci poniamo è (dovrebbe essere) più creativa e utile del 'dover' seguire un percorso proposto da altri.
Infine, è anche da notare l'estrema difficoltà di mantenere la sincronia di 24 studenti (ma anche solo di 4 o 5), soprattutto se non possiedono conoscenze omogenee: ciascun studente avrebbe difficoltà diverse dal vicino (anche per differenze legate al computer e al sistema operativo) e presto si produrrebbe una farraginosa babele di richieste disparate. Una precedente esperienza (un corso con 20 laureati in architettura) mi ha portato a stimare in circa un terzo il tempo, letteralmente, sprecato nel vano tentativo di coordinare le fasi di un'esercitazione comune.
Tuttavia, per le prossime giornate di assistenza - nelle quali si passerà all'uso di AutoCAD LT -, prepareremo un'esercitazione: se l'esito sarà positivo continueremo senz'altro.

CT


1) Perché la griglia selezionata non ricopre l'intero piano di lavoro ma ne ricopre soltanto un fascia delimitata stretta e molto alta?

2) A lezione ha detto che tutte le operazioni vengono tenute in memoria dal programma: è possibile visualizzarne l'elenco, come l'history di photoshop?

3) Tra gli ucs impostati ci sono 3 coppie: sopra-sotto, fronte-retro, destra-sinistra; non ho capito che differenza c'è a lavorare con uno piuttosto che con l'altro ucs della coppia, a parte il fatto che cambia il segno di una delle 2 coordinate (x es.: fronte=+x;+y  retro=-x;+y , riferendosi alle coordinate globali).

1) La griglia si estende fino ai limiti del disegno: di default sono 0.0, 0.0 e 420.0, 297.0, ma possono essere cambiati in ogni momento digitando il comando limiti da tastiera o selezionando il comando Limiti del disegno dal menù Formato e inserendo i nuovi valori.
La griglia, non potendo essere infinita (ciascun punto della griglia, ad esempio, deve essere trasformato proiettivamente e rappresentato a video), segue i LIMITI impostati. Il comando LIMITI, infatti, imposta - solo in X, Y - i  vertici del rettangolo che, tra l'altro, contiene la griglia.
"Se attivati, i limiti del disegno limitano le coordinate che è possibile digitare all'interno dell'area rettangolare. Determinano inoltre l'area del disegno nella quale è possibile visualizzare i punti della griglia, l'area visualizzata da una delle opzioni di scala del comando ZOOM e l'area minima visualizzata da ZOOM Tutto. In fase di stampa, è possibile specificare i limiti del disegno anche come area da stampare." (dal manuale AutoCAD)

2) No, non è possibile in quel senso ed in quel modo. Tuttavia è possibile inserire dei riferimenti e marcare gruppi di operazioni e comandi, che potranno essere annullati o ripetuti in blocco (vedi help comando ANNULLA). La finestra di testo sotto alla finestra grafica mostra di default tre righe: con i cursori sulla destra è possibile scorrere l'elenco delle operazioni eseguite nella corrente sessione di lavoro. Cliccando con il tasto destro del mouse su questa finestra appare un menù di scelta rapida che permette di copiare e incollare la cronologia dei comandi come un file di testo.

3) Sarebbe sufficiente il solo cambio di segno delle due coordinate relative agli assi che definiscono il piano. Ma cambia verso anche l'asse Z! Dunque, ad esempio, l'estrusione e molti altri comandi producono risultati diversi (specchiati rispetto all'UCS).

CT & EG


Mi può dare la sua opinione in merito a cosa pensa farà l'Architetto nel futuro? 
A parer mio è troppo indirizzato al computer e di conseguenza diventerà un 'disegnatore'.
Io spero solo che la sua 'vena artistica' degli schizzi a mano libera gli rimanga, altrimenti...
Dovendoci uniformare all'Europa, sbaglio, o l'Italia è un po' più avanti in questo campo?

Non mi sembra affatto che l'architetto sia troppo indirizzato al computer.
Al contrario, credo invece che lo rifiuti o lo 'subisca' (quanti architetti delegano quasi tutto ai 'ragazzi', senza rendersi conto che, con software CAD, potrebbero gestire, loro stessi, l'intero progetto?).
Alla fine, il punto mi sembra semplice, nell'individuazione, e allo stesso tempo complesso, nella soluzione: gestire, sin dalle prime fasi dell'ideazione, l'intero progetto per mezzo di software CAD.
Attualmente, da un lato questo non è ancora possibile (se non per mezzo di assurdi contorsionismi cibernetici), d'altro canto gli architetti temono un'attenuazione della loro creatività.
E' dunque necessario che il software divenga più flessibile e semplice e, contemporaneamente, che l'architetto 'scopra' le varie possibilità del CAD.

CT


Vorrei sapere come ottenere superfici estruse con asse non rettilineo (tipo serpente) come quelle che lei stesso ha costruito a lezione.

Il comando SUPOR (SUPerficie ORientata) non consente di estrudere entità grafiche lungo un percorso non rettilineo. Se si seleziona, come percorso di estrusione, un'entità non rettilinea (ad esempio una 3DPOLI) verrà considerato, per il calcolo della direzione di estrusione, solo il primo e l'ultimo punto dell'entità stessa.
Tuttavia, la direzione di estrusione potrà anche non essere perpendicolare al piano contenente l'entità da estrudere (o all'UCS costruttivo di quell'entità). Anche perché non necessariamente questa deve essere piana. E' infatti possibile estrudere, ad esempio, una 3DPOLI non contenuta su di un piano: ciascun segmento della polilinea sarà estruso nella direzione indicata e con lunghezza pari alla lunghezza dell'entità che definisce il percorso di estrusione.

CT


Vorrei sapere se esiste un programma freeware simile a Cartesio solo per Mac.

Non mi risulta, comunque Cartesio funziona anche nel Macintosh, con l'emulatore Windows.


Buongiorno professore, vista la chiara e precisa pagina web che lei ha organizzato mi chiedevo se, analogamente al corso del professor Morpurgo, il quale punta molto sulla rete per la gestione del corso, anche per seguire il suo programma fosse possibile non frequentare, se non per le esercitazioni, e rifarsi a ciò che si trova nel suo sito. In caso questa eventualità fosse reale, troveremo in rete le date e le modalità delle esercitazioni?

Il corso è diviso ‘virtualmente’ in due parti: la prima, dedicata a coloro che sono ‘alle prime armi’ nel CAD, terminerà a fine marzo con tre lezioni sulla modellazione solida ed una sui formati grafici; la seconda parte è dedicata agli approfondimenti puntuali (ad esempio, AutoCAD Architectural Desktop, la progettazione in Internet, lo sviluppo di un CD multimediale [l’elenco degli approfondimenti sarà presto disponibile in Internet]). In Internet sono (e saranno) accessibili informazioni relative soprattutto alla prima parte. Inoltre, durante la lezione sviluppo spesso alcuni temi specifici: ad esempio, la struttura del modello CAD, la logica di aggregazione delle parti, i meccanismi di editing e di costruzione del modello, la rappresentazione e così via. Questi temi, pur essendo presenti nei testi disponibili in Internet, risultano di più semplice comprensione se si assiste alle lezioni.


Desidererei sottoporle due domande riferite all'uso di Autocad 2000 o 14:
1) Esiste la possibilità di copiare un oggetto di modo che si possa poi
modificare l'originale facendo in modo che si modifichino anche tutti gli
altri oggetti copiati?
2) Spesso risulta utile impaginare i file di Autocad (dwg o dxf o eps) con
altri programmi più appropriati come Illustrator o pagemaker. Esiste la
possibilità di impaginare mantenendo esattamente gli spessori delle linee
da noi assegnati?

1) Esiste questa possibilità: è necessario usare i ‘riferimenti esterni’ o XRIF. In altre parole, si inserisce nel disegno corrente un oggetto grafico contenuto in un file esterno: quando si modificherà quel disegno, automaticamente se modificheranno anche tutti i disegni ad esso collegati (in realtà, infatti, quel grafico non è contenuto nel disegno corrente, ma è contenuto il riferimento: è per questo che, usando gli XRIF,  è necessario trasmettere ad altri anche il file originario e non solo il DWG che contiene i riferimenti).

Dall’help di AutoCAD 2000:
Un riferimento esterno (xrif) consente di collegare al disegno corrente un altro disegno. Quando si inserisce un disegno come blocco, la relativa definizione e tutta la geometria associata vengono memorizzate nel database del disegno corrente. Se si apportano modifiche al disegno originale, il blocco non viene aggiornato. Al contrario, quando si inserisce un disegno come xrif, quest'ultimo viene aggiornato in base alle modifiche apportate al disegno originale. Un disegno in cui sono presenti xrif riflette sempre le modifiche più aggiornate apportate ai singoli file di riferimento esterno.
Analogamente al riferimento di blocco, l'xrif viene visualizzato nel disegno corrente come oggetto singolo. Un xrif, tuttavia, non aumenta in maniera significativa la dimensione del file di disegno corrente e non può essere esploso. Come avviene con i riferimenti di blocco, è possibile nidificare gli xrif attaccati al disegno.
L'associazione di xrif consente di effettuare le seguenti operazioni:
- Ricavare il disegno originale dai disegni dei componenti che possono essere soggetti a modifiche nel corso del progetto.
- Coordinare il lavoro con quello degli altri membri del gruppo in modo che il proprio disegno sia sempre aggiornato in base alle modifiche apportate dai colleghi. Per ottenere questo risultato è sufficiente sovrapporre al proprio i disegni realizzati dagli altri membri del progetto.
- Assicurarsi che venga visualizzata la versione più recente del disegno di riferimento. Quando si apre o si stampa il disegno, AutoCAD ricarica automaticamente tutti gli xrif, in modo che il disegno rifletta lo stato più aggiornato del file di disegno di riferimento.
- Visualizzare solo una sezione specifica del file di riferimento esterno nel disegno principale creando contorni ritagliati di xrif.

2) E’ conveniente usare il formato EPS e mantenere le dimensioni della stampa.


è possibile effettuare qualche trasformazione tra immagini bitmap e vettoriali, trasformare l'una nell'altra. Ad esempio si puo' scandire un'immagine e renderla vettoriale o come penso sono due cose completamente distinte. Il corel draw puo' lavorare sia con bitmap che con immagini vettoriali, ma come si trovano quelle vettoriali? E' possibile importare una immagine vettoriale da Autocad oppure la riconosce solo come immagine raster?

1) E’ sempre possibile trasformare un’immagine vettoriale in un’immagine raster (in effetti è quello che avviene costantemente nel monitor: i segmenti [vettori] sono trasformati in un insieme di punti luminosi).
Più difficoltoso – perché il dato è assai meno strutturato, anzi quasi non strutturato – è effettuare l’operazione inversa: passare dal bitmap al vettoriale. Tuttavia, esistono molti programmi con questa specifica funzione: alcuni, ad esempio, riescono a riconoscere segmenti retti anche di una certa lunghezza (non è così semplice come può apparire a prima vista) ed anche archi di cerchio o di curva spline oppure i caratteri di testo (funzione OCR, optical character recognition). Ma, di norma, non funzionano poi molto bene, richiedendo numerosi e ‘pesanti’ interventi dell’operatore.

2) CorelDraw (o Illustrator) carica sia immagini bitmap (TIF, GIF, JPG, BMP ecc.) sia immagini vettoriali (DXF, EPS [Encapsulated Post Script], ecc.). Al loro interno, questi programmi le trattano in modo differenziato: ad esempio, permettendo la selezione di un’entità vettoriale (ed il cambiamento, sempre ad esempio, del colore o dello spessore o del tipo di tratteggio o anche della posizione e scala, quasi come in AutoCAD, ma senza l’ausilio di un chiaro sistema di coordinate ed essenzialmente nelle due dimensioni del piano).


Il mio computer e' ormai vecchiotto, anche se l'ho aggiornato ogni anno
per poter utilizzare AutoCAD al meglio, (lo uso anche per lavoro), ora e'
arrivato il momento di cambiare il grosso. Pero' le mie risorse
finanziarie sono alquanto limitate, e per risparmiare un po' volevo
comprare un processore AMD Athlon K7. Mi hanno pero' riferito che AutoCAD
con quel tipo di processore funziona male, anzi ha dei grossi problemi,
tanto che proprio non funziona. E' vero tutto cio'?

Non ho informazioni specifiche su eventuali incompatibilità tra AutoCAD e AMD Athlon K7.

In ogni caso credo valga la pena:

A) di verificare l’effettiva differenza di prezzo;

B) di verificare, comunque, l’uso e le funzionalità del programma principale che si intende adottare (in questo caso AutoCAD, oltre al sistema operativo) con il computer che effettivamente si ha in progetto di acquistare: infatti alcuni problemi possono sorgere, indipendentemente dal processore, dall’accoppiamento di dispositivi diversi (ad esempio, masterizzatore, scanner, stampante, scheda grafica, monitor ecc.).

C) di considerare, indipendentemente da tutto, che è principalmente la memoria RAM la responsabile (in positivo e negativo) delle prestazioni complessive di programmi come AutoCAD e PhotoShop.


Il mio problema è che non riesco a gestire le misure e le scale, in particolar modo quando porto un'immagine Autocad in programmi come Coreldraw , Paint Shop pro... Lo scopo è quello di fare una buona impaginazione, con colori, immagini, scritte di vario tipo e specialmente con la possibilita' di introdurre nelle tavole di lavoro immagini scandite e quant'altro. Lei sapra' sicuramente cosa e quanto viene richiesto da esami progettuali e affini.
 
Esiste una fondamentale differenza tra Corel Draw (e Adobe Illustrator) e PaintShop o PhotoShop: i primi operano sia con oggetti vettoriali sia con immagini raster (o bitmap), i secondi non sono in grado di farlo (pur potendo trasformare file vettoriali in immagini bitmap).
 
Dall'help di PhotoShop:
Photoshop e altri programmi di elaborazione dell’immagine generano immagini bitmap, chiamate anche immagini raster, che utilizzano una griglia (la mappa di bit o retino) di piccoli quadrati, detti pixel, per la rappresentazione. A ciascun pixel vengono assegnati una posizione specifica e un valore cromatico. Ad esempio, il pneumatico di una bicicletta di un’immagine bitmap è composto da un insieme di pixel presenti in quella posizione. Quando lavorate con immagini bitmap, modificate gruppi di pixel invece che oggetti o forme. 
Le immagini bitmap dipendono dalla risoluzione - ossia contengono un numero fisso di pixel che rappresentano i dati corrispondenti. Pertanto, le immagini bitmap possono perdere dettaglio e apparire dentellate se ingrandite eccessivamente sullo schermo o se stampate con una scarsa risoluzione. Le immagini bitmap sono quelle che meglio riproducono sfumature sottili di ombre e colore, ad esempio, su foto o dipinti. 
 
I programmi di disegno come Adobe Illustrator® consentono di creare immagini vettoriali caratterizzate da linee e curve definite da entità matematiche chiamate vettori. I vettori descrivono i disegni in base alle loro caratteristiche geometriche. Ad esempio, la ruota di una bicicletta, in un’immagine vettoriale, corrisponde alla definizione matematica di un cerchio avente raggio, posizione e colore ben precisi. Potete spostare, ridimensionare o modificare il colore della ruota senza perdere la qualità dell’immagine. 
Le immagini vettoriali sono indipendenti dalla risoluzione, ovvero scalate a qualsiasi dimensione e stampate su qualsiasi periferica di output a qualsiasi risoluzione senza perdere precisione e chiarezza. Ne risulta che le immagini vettoriali sono la scelta migliore per i caratteri (in particolare di piccole dimensioni) e per immagini in grassetto quali logo, che richiedono linee nitide rappresentabili in scale di diverse dimensioni.
Tuttavia, poiché i monitor dei computer rappresentano le immagini visualizzandole su una griglia, sia le immagini vettoriali che le immagini bitmap vengono rappresentate a video come pixel.
 
Per ottenere i migliori risultati è dunque utile adottare la prima categoria di programmi (avremo modo di approfondire il loro uso nelle prossime lezioni), in modo da mantenere inalterate le caratteristiche dei grafici vettoriali o, anche, di modificarle: ad esempio aumentando o diminuendo lo spessore di un segmento, selezionandolo come oggetto grafico e non come insieme di pixel. I programmi come PhotoShop saranno invece usati soprattutto per modificare le immagini ottenute da rendering (operando sui colori, la luminosità, il contrasto, usando i 'filtri' di modifica e deformazione, ecc.).

Il primo 'segreto' per evitare spiacevoli inconvenienti è di stampare, da AutoCAD o altri programmi CAD, su formato EPS (Encapsulated PostScript), indicando già in questa fase il formato finale dell'immagine e gli spessori delle linee, che verranno mantenuti anche nei passaggi successivi. 
Questo formato e questi spessori potranno comunque essere facilmente modificati in Illustrator o CorelDraw.
 
Vari ed estesi approfondimenti nelle prossime lezioni...
 

La questione è questa: ho provato a fare una stampa di un semplice
documento 2D seguendo le indicazioni (su come ottenere il rapporto di
scala desiderato) che lei aveva proposto a lezione (i.e. mantenere a 1
il valore delle unità del modello, e variare il valore in mm). Una
volta selezionata, però, la "linguetta" layout1 (affianco di "model"
nella parte bassa dello schermo sopra la riga di comando) ho notato che
il modello veniva rappresentato ad una scala diversa da quella che io
avevo impostato. Per di più, non vi era corrispondenza tra quello che
mi presentava il layout1 e quello che mi dava invece l'anteprima di
stampa, ove invece il modello era rappresentato alla scala giusta.
In pratica ero costretto a cambiare i valori di scala (mm e unità del
disegno) per eguagliare le due schermate. controllando più volte le
impostazioni di layout, ho notato che attivando la finestra
"impostazioni layout" da "imposta pagina" (sempre in visualizzazione
Model) essa mi manteneva la scala voluta, attivandola invece
dall'interno della schermata layout1, pur con il rapporto mm/unità-del-
modello identico, le dimensioni del modello stesso (in visualizzazione
layout1) in rapporto al formato del foglio erano completamente diverse.
così per ottenere la stampa alla scala desiderata, ho utilizzato non la
schermata layout1, ma direttamente da model (una volta impostate le
proprietà della pagina) ho stampato.
allora Le chiedo: perché questa disparità? dipende da un mio errore di
impostazione, o tra il layout e l'anteprima di stampa non c'è
quell'uguaglianza che credevo?

E' opportuno suddividere il problema di stampa in due sotto-problemi COMPLETAMENTE [COMPLETELY] distinti:
- uso del comando STAMPA [PLOT];
- uso dei LAYOUT.

Nel primo caso, vale senz'altro l'indicazione di mantenere X millimetri stampati per ciascuna unità del disegno. Così, se l'unità del disegno che noi consideriamo è il metro (senz'altro da preferire, normalmente, nel campo architettonico), per stampare un disegno in scala 1:100, si immetteranno i valori 10=1 (10 millimetri per un metro). Per la scala 20 i valori saranno 50=1 e così via. Dunque la formula - valida se si è considerato il metro come unità di misura del modello - è la seguente: 1000/scala (1000/20=50, 1000/100=10, ecc.).

Nel secondo caso è fondamentale considerare che l'impaginazione complessiva del layout sarà anche il risultato finale di stampa: non a caso il layout ha una sua dimensione (di norma in millimetri) e, generalmente, il layout stesso viene stampato in scala 1:1. 
Infine, il layout si utilizza, di norma, quando è necessario montare assieme varie rappresentazioni del modello (anche a scale diverse). In tal senso è opportuno, per creare un nuovo layout con più finestre, usare il relativo wizard (autocomposizione), presente nel menu Strumenti [Tools].
Per 'costruire' la forma finale del layout, per far sì che sul foglio del layout si dispongano vari grafici, ciascuno con una sua propria scala di rappresentazione, è necessario: 
- selezionare la finestra;
- entrare nello 'spazio modello' ('pulsante' posto a destra, sulla barra che contiene le coordinate, in basso);
- definire uno ZOOM Scala (formula, valida considerando il metro come unità del disegno: 1000/scala; ad esempio, 0.1XP equivale alla scala 1:10000, 1XP alla scala 1:1000, 5XP alla scala 200, 10XP alla scala 1:100, ecc.);
- usare il comando PAN per centrare opportunamente la vista (mantenendo inalterata la scala);
- rientrare poi nello 'spazio carta', per eventuali aggiunte (di testi o altro) che risulteranno visibili nella stampa, ma non nel modello.
Se si stampa il foglio del layout ad una scala diversa dall'1:1, anche le scale definite nelle varie finestre del layout si modificheranno nella stessa misura.

Nota importante: nelle assonometrie ortogonali - le sole possibili in AutoCAD - i segmenti non paralleli al piano di proiezione risultano scorciati (questo, con tutta evidenza, avviene anche nelle proiezioni ortogonali). Così, ad esempio, lo spigolo di un cubo di lato 10 unità (metri), alla scala 1:100 (Zoom Scala 10XP), nella vista assonometrica ortogonale isometrica (PVISTA 1,1,1, oppure 1,-1,1 ecc.) si proietterà con una lunghezza di 8.16497 centimetri, anziché 10. 
Poiché, generalmente, l'assonometria viene rappresentata con fattore di scala normalizzato (che compensa tale scorciamento, rappresentando lo spigolo con un segmento di 10 centimetri), sarà necessario adottare una scala diversa da 10XP. 
Nel caso di assonometrie ortogonali isometriche, ad esempio, si dovrà immettere il valore 12.2475XP (1/81.6497 * 1000). 
In tal modo gli spigoli del cubo, una volta stampati, risulteranno realmente in scala 1:100 rispetto alle dimensioni originali. 
Questo vale anche nel caso di stampa diretta (comando STAMPA).
Per assonometrie ortogonali dimetriche o trimetriche sarà comunque opportuno far sì che almeno uno degli spigoli del cubo stampato sia lungo 10 centimetri (sarà poi opportuno indicare anche il fattore, o i fattori, di scorciamento lungo gli altri assi e la terna di versori proiettati sul piano). 
Per ottenere questo risultato si imposterà inizialmente la scala 1:100, si entrerà nello 'spazio carta', si misurerà la lunghezza dello spigolo meno scorciato (comando DIST) e si adotterà come nuovo fattore di scala il valore inverso della lunghezza, moltiplicato 1000. 
Ad esempio, impostando la vista assonometrica ortogonale dimetrica PVISTA 1,2,2 ed uno Zoom Scala 10XP (scala 1:100), ritornati allo 'spazio carta', lo spigolo meno scorciato misurerà 94.2809 millimetri (anziché 100). Per portarlo ad una lunghezza 'stampata' di 10 centimetri si dovrà rientrare nello 'spazio modello' e impostare uno Zoom Scala 10.6066XP (1/94.2809 *1000). Ritornati nello 'spazio carta' la misura di quello spigolo di riferimento risulterà pari a 100 millimetri.


Mi ritrovo a dover mettere a posto una planimetria in Autocad2000 che mi si
presenta suddivisa in piani distanti e paralleli tra loro. A gruppi, alcuni
elementi che compongono il disegno, giacciono su di uno stesso piano di
coordinate *,*,z ad esempio, altri elementi su di un altro piano di
coordinate *,*,z+1, altri ancora su di un piano *,*,z+3. Per poter lavorare
sulla planimetria, ho bisogno che tutti gli elementi giacciano su di un
unico piano (ad esempio, x, y,0), vorrei quindi sapere se esiste un comando
che consente di spostare gli elementi mantenendo le coordinate delle x e
delle y e "imponendo" alle coordinate z un valore arbitrario (0 nel mio
caso). Per ora ho risolto il problema spostando i gruppi giacenti su di uno
stesso piano (ad esempio il piano x,y,3) con il comando "Move" e dando le
coordinate che annullassero il valore delle z (ad esempio x,y,-3). La mia
soluzione è un po' imprecisa, laboriosa e lunga, immagino ce ne possano
essere altre.


La soluzione proposta è corretta e 'normale'. Se la selezione viene fatta da un prospetto frontale o laterale risulta anche molto veloce.
Un'altra modalità, ancora più veloce ma utilizzabile se le entità sono omogenee tra loro, è data dal selezionare (ad esempio, mediante una finestra di selezione) tutte le entità da trasformare - indipendentemente dalla loro posizione -, attivare (ad esempio, con il tasto destro del mouse) la modalità PROPRIETA (PROPERTIES) e porre a zero (o ad altro valore) le coordinate Z iniziale e finale (se si tratta di segmenti) o l'elevazione (se si tratta di polilinee, ecc.).
Tuttavia, esiste un'altra modalità operativa, che usa un programma in AutoLISP: project.lsp.

Copiare PROJECT.LSP in formato compresso...

Per caricare il programma usare il comando APPLOAD e lanciare il nuovo comando PROJECT.
Scegliendo l'opzione 1 (valore di default) sarà possibile proiettare le entità selezionate sull'UCS corrente (ad esempio il piano XY), ortogonalmente all'UCS stesso:
1) PROJECT1
Permette una proiezione "flat" di modelli di wireframe 3D (linee,
archi, cerchi, polilinee, punti) sull'UCS corrente.
Questo potrebbe essere utile per generare disegni di lavoro
da un modello 3D.
Dopo la proiezione, all'utente è consentito creare un blocco
con le entità proiettate, o scriverle in un file di disegno.
Questi blocchi o file di disegno (tipicamente Alto, Fronte, Lato e
Proiezione isometrica) potrebbero essere re-inseriti in una singola UCS
e annotati per creare un disegno ortogonale a viste molteplici.
(dal programma project.lsp)